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A Verona, come Giulietta e Romeo
“Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona: ma solo purgatorio, tortura, inferno….” Scriveva William Shakespeare nel suo Romeo e Giulietta eleggendola così a “Città dell’amore”. Ecco l’idea per trascorrere un weekend romantico nella città degli innamorati e visitare la casa di Via Cappello con il celebre balcone di Giulietta.
La casa-torre medievale
Lungo Via Cappello si trova una casa-torre medievale attraverso il cui androne si accede al cortile della casa stessa. Ai lati dell’androne su due pannelli in cartongesso gli innamorati che si trovano a passare lasciano firme, frasi e biglietti d’amore. La chiave di volta dell’arco ribassato del portico mostra l’emblema della famiglia che vi abitò, un cappello. Entrando nel cortile sulla destra il famoso balcone fa bella mostra di se. Stiamo parlando della Casa di Giulietta o dei Dal Cappello, i mercanti di spezie che qui svilupparono le loro dimore. L'intero nucleo, che svolse in epoche diverse varie funzioni, fu completamente restaurato nei primi decenni del Novecento quando, dopo l'acquisto da parte del Comune di Verona venne adibito a museo. Alla fine degli anni sessanta fu posta nel cortile una statua in bronzo raffigurante Giulietta con cui i turisti e gli innamorati amano farsi fotografare.
Il tema dell'amore di Shakespeare
William Shakespeare, il grande scrittore inglese che rese famosa la tragedia e la città di Verona, pare che qui non sia mai stato. Romeo e Giulietta è una tragedia tra le più famose e rappresentate, una delle storie d’amore più popolari di ogni tempo e luogo. Anche se non si sa se siano esistiti o meno due giovani veronesi chiamati Romeo e Giulietta , questo luogo resta uno dei più visitati, indicando come il tema dell'amore, sfortunato, sia sempre attuale. La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico , essi rappresentano l’amore perfetto ma avversato dalla società « Oh! che luce viene da quella finestra? Essa è l'Oriente e Giulietta è il Sole. Sorgi bel Sole, e uccidi l'invidiosa Luna già malata e livida di rabbia perché tu sei tanto più luminosa di lei. »
Dal libro "Romeo e Giulietta" di William Shakespeare
"Chi non è mai stato ferito ride delle cicatrici altrui. [...] Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? È il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte.
"Ahimè, perché l'amore, di aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?"
"Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti."
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l'amore per sempre |
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L'interno |
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l'interno |
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L'abito di Giulietta |
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L'abito di Romeo |
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Il letto di Giulietta |
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Sul balcone di Giulietta per scambiarsi una promessa d’amore |
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