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Quando si “muore” nello spirito: la storia della Piccola Fiammiferaia
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22/03/2010 |
Non sono affatto d’accordo con questa versione e trovo che sia l’ennesima teorizzazione sterile della nostra condizione di donne. Si, certo e’ bello sentirsi dire che possiamo cambiare il mondo e, solo per averlo letto, ci sentiamo gia’ piu’ forti, ma diciamocelo chiaro e tondo, quante di noi lo potrebbero fare? E, scusatemi, ma non e’ certo dandoci al giardinaggio che possiamo risolvere i nostri problemi!!! Re-agire, ritrovare la propria creativita’, rifuggire dall’oppessione di pensieri negativi, mariti, amanti, lavoro……tutto molto bello……ma solo teoria. La maggior parte delle donne sa cosa deve fare e sa anche cosa deve accettare. Parliamo di donne vere, di donne che vivono in condizioni economiche magari disagiate, di donne che non possono far altro che sopportare il loro destino per cattiva salute, per ignoranza, per eta’, per indole o perche’semplicemente non possono o non sono capaci di fare diversamente. E’ bello teorizzare sulla poltrona di pelle del proprio ufficio o parlare della condizione delle donne mentre si sorseggia un the’ con i pasticcini, ma la vita vera e’ un’altra cosa! Un grande rispetto e tanta tenerezza invece per la piccola fiammiferaia che ha scelto dopo tante sofferenze che l’unica soluzione era quella di addormentarsi per sempre dandosi da sola quel calore che nessuno le aveva mai dato. Forse non condivisibile il suo gesto, ma suo. Non si puo’ battere sulla spalla del suicida e dirgli che tutto andra’ bene se non si fa trascinare da pensieri negativi…..!!!! Ma si, la piccola fiammiferaia avrebbe potuto andare in un’altra citta’, salire su un carro, andare in uno scantinato meno gelido… e poi? Il giorno dopo sarebbe stato lo stesso. Proprio come capita alla maggior parte delle donne. Siamo tutte piccole fiammiferaie e se la “bimba” accende i suoi fiammiferi per crearsi l’illusione di poter avere una vita diversa, anche noi abbiamo i nostri fiammiferi che sono proprio le cose che ci suggerisce l’autrice del testo. Accendiamo il fiammifero della creativita’e pensiamo di diventare delle pittrici famose, diciamo qualche no e sentiamoci delle rivoluzionarie, cambiamo lavoro e mettiamo a repentaglio il bilancio famigliare in nome della liberta’ di pensiero. E poi? E poi i nostri problemi rimangono gli stessi e siamo ancora inesorabilmente vestite dei nostri stracci come la piccola nella neve. Non e’ vero che la piccola fiammiferaia e’ una che si e’ lasciata andare “a fantasie oziose”, senza trovare soluzioni alternative, come non e’ vero che le donne possono crearsi una vita diversa mettendo in pratica quello che l’autrice del testo suggerisce. E’ solo un’altra illusione!!! Sinceramente sono stanca di vuote parole. Quello che posso dire a tutte le donne, quelle vere, quelle che lavorano sodo, quelle che devono fare quadrare i conti, quelle che sanno benissimo come vanno le cose, quelle che non possono fare ne’ shoppping, ne’ jogging, ne’ gardening, quelle che si svegliano venti volte per notte perche’ stanno accudendo “bene” un neonato e che il giorno dopo devono farsi 8 ore di fabbrica, quelle che stanno male, quelle che piangono perche’ sono deboli, vituperate e sole, quelle che non hanno di che sfamare i propri figli e anche a quelle piu’ fortunate come me, che hanno una vita “normale” e’ di essere orgogliose delle proprie scelte, anche se sbagliate, e’ di essere coerenti, e’ di rifiutare che qualcuno possa generalizzare su un argomento cosi’ personale come la nostra vita, e mantenere intatta la propria dignita’ fino alla fine….. proprio come la nostra piccola fiammiferaia che non si e’ arresa, ha solo scelto la sua soluzione e merita rispetto. Non c’e’ nulla di arrendevole in una decisione cosi’ difficile come quella di farla finita. C’e’ solo tanta disperazione e sicuramente troppo dolore. Chapeau, cara bambina!Ti voglio bene. Daniela Ravasio
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20/03/2010 |
Questa storia della piccola fiammiferaia mi ha fatto tornare bambina.Anche ai miei tempi non c'era molto da scialare e mi rendevo conto dei sacrifici che facevano i miei genitori per tirare avanti.Pero' c'erano ed erano una presenza che dava comunque coraggio per cercare di andare avanti, di evolversi anche a costo di stringere i denti e sudare sangue. Cara dottoressa( immagino che lei sia molto piu' giovane di me ) continui a riproporci queste immagini del passato, crudelmente veritiere ma utili per ridarci una spinta, per non farci inaridire sul comodo piagnisteo che "tanto non si puo'fare niente per migliorare". E'il messaggio che sto tentando di trasmettere innanzitutto ai miei figli, ma anche alle giovani donne che lavorano con me perche' penso che comunque non bisogna mai abbandonarsi all'inutilita'. Spero di poterla risentire. Cordiali saluti. |
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17/03/2010 |
Mi è piaciuto molto... trasmette forza e coraggio a tutte le donne che quotidianamente devono affrontare una vita intensa...grazie.
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17/03/2010 |
interessantissima prospettiva di lettura, davvero illuminante :) |
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