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La sicurezza dei giocattoli
La sicurezza dei giocattoli: diciannove giocattoli su trentaquattro, venduti in Italia, sono da considerare pericolosi. Le aziende che li producono dovrebbero prendere il massimo delle precauzioni per prevenire ogni rischio. Spesso non è così. E chi sbaglia, in buona o cattiva fede, non è punito. Dai test si è visto che, dopo l’urto, si sono staccati piccoli pezzi, che possono essere ingeriti o inalati; parti mobili del gioco che possono intrappolare le dita. Dopo aver ricevuto i risultati dell’indagine, alcuni produttori hanno agito per la sicurezza dei consumatori ritirando i giocattoli a rischio. I giocattoli fuori legge sono stati denunciati al ministero dello Sviluppo economico. Verranno presi provvedimenti? In Italia vengono ritirati pochissimi prodotti pericolosi, mancano i controlli.
Un gioco economico, ma a quale prezzo
Il 90% dei giocattoli venduti in Europa è prodotto in Cina, dove le condizioni di lavoro sono inaccettabili. A commissionare questi giochi sono le multinazionali occidentali, da cui tutti acquistiamo. Orari di lavoro anche di 300 ore al mese per salari che a stento raggiungono i 100 euro. Ambienti mal sani e poco sicuri, assenze punite con multe pesanti. E il risultato sono giocattoli che si vendono sui mercati occidentali e che regaliamo ai nostri figli.
Il programma Icti Care
Nel 2004 l’Icti, il consiglio internazionale delle industrie dei giocattoli, ha avviato un programma di controllo della produzione ai fornitori di Cina e paesi asiatici controllando che rispettino i diritti di base dei lavoratori. Le industrie europee e americane si impegnano ad acquistare i giocattoli solo dalle fabbriche asiatiche certificate Icti Care, ma l’impegno spesso si ferma lì. La certificazione, infatti, cade sulle aziende asiatiche, sempre sotto pressione per mantenere i costi di produzione bassi, senza una partecipazione da parte dei grandi marchi, che potrebbero partecipare alle spese. Quindi anche nelle fabbriche certificate persistono situazioni di lavoro inaccettabili. Le multinazionali occidentali dovrebbero assumersi più responsabilità, pagando prezzi più ragionevoli, aiutare le imprese a ridurre le violazioni dei diritti dei lavoratori, con salari adeguati al costo della vita, fornire ai lavoratori assicurazioni sul lavoro. Tra i rischi per la salute degli operai c’è l’esposizione alle sostanze chimiche dannose, legate alla verniciatura o alla produzione di materie plastiche.
I primi sforzi
Da promuovere ci sono le organizzazione di commercio equo e solidale. Per esempio i prodotti Children Nepal sono costruiti con materiali locali e nel rispetto dell’ambiente e sono realizzati solo da donne, prima escluse dalla vita economica. Nelle Botteghe del Mondo si trovano anche giocattoli prodotti da Manila Design, che promuove lo sviluppo di piccole comunità rurali nelle Filippine.
Noi consumatori?
Come consumatori non abbiamo grande potere; scegliere un gioco “pulito” è difficile. Per ora i genitori possono controllare che l’azienda aderisca ai codici di condotta dell’Icti Care. In alternativa, i giocattoli artigianali del commercio equo e solidale.
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Esiste il gioco giusto? |
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