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Il ritorno delle vecchiette nell’angolino
Queste signore dall’aspetto innocuo stanno sedute davanti a una tazza di tè, quasi sempre a un tavolo d’angolo. Vanno sempre in coppia e indossano cappellini ornati da assemblee di amarene, portano guanti pastello e calze fumé. Ai loro piedi sonnecchiano matasse di pelo esalanti ringhietti isterici, che rispondono ai nomi di Fi-Fi, Ju-Ju e Melanie. Non fatevi ingannare dal candore delle loro dentiere e dagli aggraziati gesti da tartaruga. Sono tra le creature più infernali che si possono incontrare in un bar. Se infatti vi avvicinate, in modo da intendere il loro quieto bisbiglio, scoprirete che gli argomenti della loro conversazione sono inevitabilmente tre: a) malattie: b) incidenti, dalla slogatura all’ustione totale; c) morti e agonie in genere In un solo giorno le signore in questione sono in grado di passare in rassegna le sventure cliniche di un centinaio di persone. A forza di parlare di questi argomenti le vecchie emanano un lieve odore di medicinale o di ammoniaca.
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Tratto dal libro di Stefano Benni Bar sport Duemila Feltrinelli |
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