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Attraversa l'oceano
Arrivano sulle nostre tavole dopo aver attraversato l’oceano su grandi navi, che approdano nei principali porti europei. Da lì il viaggio dell’ananas continua verso i supermercati di mezza Europa. Ed è proprio quest’ultimo tassello della catena ad avere il maggior perso lungo la filiera dell’ananas. La grande distribuzione determina una forte pressione per spingere i prezzi al ribasso, abusa del proprio potere contrattuale e spinge i fornitori a spremere la parte più debole del processo: i lavoratori delle piantagioni, che sopportano condizioni di lavoro durissime.
Molti rischi
Molti i rischi per la salute, dovuti soprattutto all’uso di agenti chimici, come fungicidi, erbicidi, insetticidi, antiparassitari e fertilizzanti. Inoltre le piante di ananas sono spinose, basse e nei campi non c’è modo di ripararsi dal sole. Ci sono, poi, pericoli dovuti alla presenza di insetti e serpenti velenosi.
Ambiente
La produzione dell’ananas ha anche un forte impatto ambientale. Alcune delle sostanze chimiche utilizzate nel settore sono vietate in Europa, perché rientrano negli inquinanti a rischio stilati dalla “Pesticide Action Network, o sono considerati nocivi dall’organizzazione mondiale della sanità. Le piantagioni su larga scala ricorrono all’uso massiccio di pesticidi per mantenere alta la produttività, inoltre l’ananas è prodotto con il ricorso all’agricoltura intensiva, con il conseguente impoverimento del suolo, l’inquinamento della falda acquifera e l’enorme consumo idrico che ne derivano.
Diritti
Pressochè inesistente la tutela sindacale. Solo il 2% dei lavoratori aderisce ad un’organizzazione sindacale. Quasi di norma i membri del sindacato subiscono discriminazioni, persecuzioni, a volte violenza. Il lavoro nei campi è condotto senza pausa 24 ore su 24, organizzato in turni che durano dalle 8 alle 14 ore.
Che fare per non essere complici
In Italia l’ananas è un frutto molto apprezzato. Dunque ci piace e non sarebbe sensato rinunciarvi. Il modo migliore per non contribuire alle cattive pratiche legate all’ananas e quello di scegliere ananas con certificati che garantiscono qualcosa in più. Scegliere il biologico che usa sostanze naturali e non chimiche. Rainforest Alliance: l’obiettivo è mantenere la biodiversità attraverso l’adozione di un “sistema di produzione sostenibile”nelle aree delle piantagioni. Fair Trade: la certificazione è volontaria e assicura che l’ananas è coltivato in buone condizioni di lavoro, inclusa una limitazione all’uso dei pesticidi. I produttori ricevono un prezzo minimo garantito. Lo sforzo è minimo, ma è un gesto importante per favorire piccoli produttori riuniti in cooperative sostenuti dal commercio equo e solidale.
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Dietro il sapore dolce dell’ananas si nascondono politiche e pratiche scorrette, che piegano i lavoratori |
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