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L'isola sotto il mare
Il nuovo romanzo di Isabel Allende, L’isola sotto il mare, è un libro che ci riporta ai tempi in cui la ricchezza dei bianchi si fondava sullo schiavismo, legittimato da assurde teorie sull’inferiorità della gente di colore, equiparata agli animali. Ma è anche un libro che racconta la lotta dei neri per la libertà e che ci parla d’amore, di fughe e di doppie vite, di cocottes e di incesto, di bambini bianchi e di altri bambini la cui pelle viene scrutata e definita in base a sfumature di color cioccolato, o miele, o caramello.
Zarité, la piccola mulatta
Ci sono due isole nel romanzo di Isabel Allende - l’isola di Saint Domingue, colonia francese che diventerà la prima Repubblica nera di Haiti, e l’isola sotto il mare di cui parlano gli schiavi neri e che è un poco come la mitica isola di Avalon, luogo di pace per i defunti. Nel 1770 l’isola sotto il mare è dove tutti i neri di Saint Domingue vorrebbero andare, piuttosto che vivere in quelle condizioni disumane, sottonutriti, puniti con frustate al minimo sgarro, costretti a lavorare fino alla morte perché per il padrone è più economico sostituire uno schiavo che mantenerlo in maniera migliore. Zarité, la piccola mulatta con gli occhi ‘color miele liquefatto’, ha solo nove anni quando viene venduta a Toulouse Valmorain perché si occupi di sua moglie. L’isola sotto il mare è la storia di Zarité, trasportata nella piantagione di canna da zucchero di Valmorain, violentata dal padrone a undici anni, madre giovanissima di un bimbo che le viene subito sottratto, infermiera caritatevole della moglie di Valmorain che sprofonda nell’oblio dell’oppio dopo aver dato alla luce Maurice. È Zarité a fare da mamma a questo bambino che lei amerà sempre quanto la sua Rosette, un’altra figlia del padrone bianco, anche se Zarité vorrebbe tanto fosse la figlia del suo amore per il bel ragazzo nero che riuscirà a fuggire e a guidare la ribellione. Ed è la voce stessa di Zarité che ascoltiamo in capitoli che terminano per lo più con un ‘Così ricordo’, a sottolineare la distanza tra racconto soggettivo della persona illetterata, affidato alla memoria orale, e quello oggettivo della narrazione principale con cui si alternano.
Zarité salva Toulouse
La notizia della Rivoluzione francese arriva con ritardo nell’isola, serpeggia la paura delle conseguenze, solo i più ciechi non vedono che, quando si scatenerà, la furia dei neri sarà terribile e le violenze sui bianchi saranno ampiamente meritate. Toulouse Valmorain riuscirà a fuggire, aiutato proprio da Zarité e dal giovane nero che lei ama. Zarité salva Toulouse solo per amore dei bambini e chiede in cambio l’emancipazione, per sé e per Rosette. Seguiremo ancora entrambi, fino in Louisiana, dove Valmorain possiede un’altra piantagione e la situazione degli schiavi non sarebbe migliore che a Saint Domingue se non fosse per un sorvegliante irlandese che è un uomo buono e giusto.
Tanti personaggi
Sono tantissimi i personaggi de L’isola sotto il mare - ci sono i buoni e i cattivi e i cattivissimi; a New Orleans c’è un prete che aggira la legge che proibisce il matrimonio tra bianchi e neri con un taglietto sulle braccia degli innamorati, cosicché si mescoli il loro sangue e ci sia del sangue nero anche nel bianco; c’è una generosa donna di piacere che insegna l’arte dell’amore, un dottore che vive una doppia vita con la moglie mulatta che non può riconoscere e va a lezione di medicina da quella che comunemente si chiamerebbe una stregona, un padrone crudele che finisce scuoiato…
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la schiavitù secondo Isabel Allende |
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