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Ortodonzia:Dal dentista per un bel sorriso  - Salute > Altre patologie
 
 

Ortodonzia:Dal dentista per un bel sorriso

 
     
 

A cura della Professoressa Marini Ida, professore a contratto in Ortognatodonzia –Università di Bologna-

 
     

  Cos'è l'Ortodonzia
     
  Una diagnosi precoce
     
  Le diverse forme di malocclusione
     
  L'importanza dell'allattamento al seno
     
  Una crescita armonica
     
  Quando effettuare il trattamento
     
  Trattamento nel paziente adulto
     

 
 

Cos'è l'Ortodonzia

L’ortodonzia è quella branca dell’Odontoiatria che si occupa del buon allineamento dei denti e del corretto contatto tra le arcate dentarie. Tuttavia il termine più appropriato è quello di Ortognatodonzia, intendendo così che il fine di questa terapia non è soltanto quello di “raddrizzare” i denti, ma di porre in una corretta relazione spaziale anche le ossa su cui sono inseriti i denti, cioè l’osso  mascellare e l’osso mandibolare. Tutto questo mira a raggiungere una buona masticazione, un’ottima estetica del sorriso e l’armonia del viso nel suo complesso. Una delle richieste che viene fatta più di frequente dai genitori all’ortodontista, al proprio dentista o al pediatra di fiducia, è sapere qual è il momento più opportuno per iniziare il trattamento di una malocclusione, ovvero quando raddrizzare i denti, spesso preoccupati che un intervento tardivo possa portare ad un risultato insoddisfacente. Se è vero che in presenza di alcuni tipi di malocclusione è estremamente importante intervenire precocemente per ottenere risultati soddisfacenti, è pur vero che nella maggior parte dei casi questo non è necessario;anzi, un intervento eccessivamente precoce può risultare addirittura controproducente. E’ sicuramente controindicato per il rischio di prolungare la terapia per un tempo troppo lungo (la durata media di un terapia è di circa 2/3 anni) potendo così provocare: 1) perdita della collaborazione del paziente proprio nella fase finale e decisiva della terapia; 2) maggiori probabilità di insorgenza di lesioni dentali e paradontali (cioè ad osso e gengive) soprattutto nel caso si utilizzino apparecchi fissi (cioè con “piastrine incollate” su tutti i denti); 3) un possibile aumento del costo di trattamento.

Una diagnosi precoce

Si deve inoltre ricordare che alcune patologie si riducono, o addirittura spariscono, con la crescita. Dall’altra parte, un trattamento iniziato tardivamente può compromettere il regolare sviluppo delle arcate, provocando danni risolvibili  con trattamenti più complessi e con risultati diversi. E’ tuttavia importante  capire che, come avviene per qualunque altra branca della Medicina, ciò che deve essere precoce è la diagnosi. Quest’ultima va fatta il più precocemente possibile compatibilmente però, da un lato con la possibilità e/o la volontà del bambino a collaborare, dall’altro con il manifestarsi della malocclusione e con la capacità e l’esperienza del singolo operatore nel riconoscere la patologia. Ma diagnosi precoce non significa necessariamente terapia precoce: significa invece possibilità di scegliere il momento più opportuno di intervento. Una volta individuato il problema, questo deve essere risolto nel momento più adatto, in modo da ottenere un trattamento di minor durata possibile e di maggior efficacia e stabilità nel tempo. 

Le diverse forme di malocclusione

L’ortognatodonzia, come già detto, si occupa di “raddrizzare “ i denti, e le ossa addette alla masticazione.Vi sono diverse forme di malocclusione, esistono quindi diverse terapie da mettere in atto in momenti diversi. Pertanto l’ortognatodonzia si può distinguere in preventiva, intercettava, nel paziente in età puberale e nel paziente adulto. L’ortognatodonzia preventiva ha lo scopo di favorire e di preservare l’integrità delle arcate  consentire il regolare sviluppo delle ossa mascellari. In questa fase non esiste ancora una malocclusione ma solo delle condizioni che ne possono favorire l’insorgenza. Tali misure preventive comprendono: 1) il controllo della stabilità delle arcate con l’uso dei cosiddetti “mantenitori di spazio” nel caso di perdita di denti decidui. (di latte); 2) l’induzione  dell’eliminazione di abitudini viziose come il succhiare le dita, il ciuccio, il labbro inferiore ecc.; 3)stretta collaborazione con pediatri ed otorinolaringoiatri per tenere sotto controllo lo stato di salute di tonsille e adenoidi ed eventuali allergie. Tutto questo mira a favorire nel bambino una respirazione con il naso e non con la bocca, in quanto quest’ultima condizione è sicuramente una tra le cause più frequenti di malocclusione.

L'importanza dell'allattamento al seno

Un altro punto fondamentale è l’incoraggiamento all’allattamento al  seno : sensibilizzare le mamme a questa pratica rappresenta sicuramente la massima espressione dell’ortodonzia  preventiva, in quanto coinvolge soggetti nei primi mesi di vita. Oltre alle ben note diversità sul piano costitutivo del latte materno, si è infatti notato che lo sforzo prodotto dal bambino con l’allattamento al seno, induce un miglior  sviluppo della muscolatura masticatoria, in seguito. Questo non significa che l’allattamento artificiale porti automaticamente alla comparsa di malocclusione, ma rappresenta comunque un fattore di rischio importante.

Una crescita armonica

L’ortognatodonzia intercettava ha lo scopo di rimuovere le cause di una l’occlusione esistente ristabilendo le condizioni  ottimali per consentire una crescita armonica; cioè di trattare le anomalie della dentizione “di latte” o mista o precoce che compromettono il normale sviluppo delle strutture scheletriche. Rientra in questo gruppo soprattutto un tipo di malucclusione: la così detta classe III scheletrica(cioè un avanzamento relativo dell’arcata inferiore rispetto a quella superiore).

Quando effettuare il trattamento

Concludiamo l’argomento dell’ortognatodonzia esaminando i diversi momenti in cui può essere effettuato il trattamento. I tempi dell’intervento variano a seconda del tipo di malocclusione. Buona parte dei trattamenti iniziano in età puberale, intesa come epoca della tarda dentizione mista o permanente precoce.Lo stadio della permuta dei denti è infatti considerato il più opportuno in quanto generalmente esso corrisponde al periodo di massima crescita scheletrica. Proprio perché l’attività di crescita dell’osso è al culmine, questo dal punto di vista ortodontico, significa maggior facilità e velocità di correzione di discrepanze scheletriche e/o dentali. Non  è da sottovalutare anche che grazie all’età più avanzata dei piccoli pazienti, si avrà una maggiore collaborazione  e una motivazione più sentita.

Trattamento nel paziente adulto

In fine vi è il trattamento ortognatodontico nel paziente adulto, dove per adulto in ortognatodonzia significa il raggiungimento della fine della crescita scheletrica, quindi verso i 17/18 anni. Questo tipo di trattamento è in continua espansione per il miglioramento delle tecniche e l’aumentata sensibilizzazione dei pazienti verso questi problemi, che siano essi di natura estetica o per correggere disturbi dell’articolazione tempro-mandibolare, o anche per consentire la costruzione di manufatti protesici più corretti.Inoltre con il miglioramento delle tecniche chirurgiche è possibile correggere in associazione con il trattamento ortognatodontico, disarmonie dentoscheletriche un tempo non correggibili, con risultati eclatanti, sia dal punto di vista della funzione masticatoria, che dell’estetica del viso. 
Prof. Marini Ida
Indirizzo mail: ida.marini@unibo.it



 

 

A cura della Professoressa Marini Ida, professore a contratto in Ortognatodonzia –Università di Bologna-

     
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