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Il cervello sociale
Fin dalla scuola materna è importantissimo educare il “cervello sociale” e continuare poi in tutto il percorso scolastico. Il cervello “sociale” costituisce la “somma” dei meccanismi neurali che presiedono alla nostre interazioni, ai nostri pensieri e sentimenti verso le persone: infatti ogni volta che stabiliamo un contatto viso-viso, oppure voce-voce o pelle-pelle con un’altra persona i nostri cervelli sociali si connettono e interagiscono. Quando due persone interagiscono a tu per tu, il “contagio emotivo” si diffonde attraverso i circuiti neurali multipli i quali agiscono in parallelo all’interno del cervello di ogni persona.
Sistemi di contagio emotivo
Questi sistemi di contagio emotivo coinvolgono tutta la gamma dei sentimenti: gioia, tristezza , paura, rabbia, aggressività, invidia, amore, ostilità, compassione, assistenza, ecc… Konrad Lorenz ha scritto che se vogliamo conoscere una nuova specie, dobbiamo attivare una relazione sociale . Al contrario, la mancanza di gratificazioni, di buone relazioni sociali, di emozioni e azioni positive danneggia il sistema neuronale e la salute. Quindi in una classe, atteggiamenti di prepotenza che sono spie di serio disordine emotivo nel soggetto che prevarica e di grave falla, dei meccanismi difensivi nel soggetto che subisce non devono passare sotto silenzio e l’importanza del limite va ribadita ogni volta che sia necessario.
Il dialogo con i ragazzi
E’ importantissimo che l’insegnante non sottovaluti o trascuri questi episodi e attraverso il dialogo con i ragazzi si adoperi per una rivisitazione delle emozioni e delle regole di una buona convivenza affinchè non solo i soggetti implicati, ma tutto il gruppo ne possa beneficiare ..
Un'esperienza
A proposito di episodi di prepotenza che si erano verificati in una seconda media abbiamo scelto, oltre il dialogo e la discussione che ne è seguita sugli aspetti delle relazioni interpersonali, e le conseguenti e soprattutto proporzionate punizioni, di fare anche un esempio pratico che potesse essere chiarificatore e facile da memorizzare. Si è parlato agli studenti di neuroplasticità, grande scoperta delle neuroscienze, del cervello con un esempio “spero accettabile” perché comprendessero bene. E' stata portata in una classe della pasta di pane lievitata con la quale si sono modellati due cervelli. Poi due studenti hanno preso ciascuno nella mano sinistra uno dei "cervelli" di pasta di pane e, mentre dialogavano con garbo o no, con la mano destra lavoravano sulle superfici modellando e rimodellando per rappresentare che in ogni loro incontro o scontro verbale o anche solo di sguardi i cervelli che si connettevano nella comunicazione, modificavano alcuni circuiti neuronali . In quel momento si è spiegato loro che se il dialogo era ben condotto si attivavano anche sostanze favorevoli al benessere dell'organismo come l’ossitocina e gli oppiacei in caso contrario sostanze dannose come gli ormoni dello stress. Mentre si faceva quest’esperimento il soggetto che non aveva saputo controllarsi nel rapporto con un compagno rivolgendosi all’insegnante ha detto sottovoce: “Sta parlando di me?”. L’esperimento, forse, era riuscito.
Un buon dialogo
Si è provato a fare questa rappresentazione perché gli studenti comprendessero e ricordassero meglio che era molto importante provare a risolvere un conflitto con un buon dialogo .. E quanto sono dannose e potrebbero lasciare il segno le violenze psicologiche e corporali. Riflessioni scritte dai ragazzi dopo l”esperimento”: 1) Il cervello è plastico, cambia alcune sue strutture a seconda delle emozioni che si hanno ,se queste non vengono espresse possono fare danni alle persona ,tipo malessere nella persona e di conseguenza nei rapporti con gli altri .Il cervello produce sostanze buone se facciamo esperienze buone ,nocive se le esperienze sono negative (sesso M anni 12) 2) Il cervello è plastico cioè si trasforma in vari modi a seconda se si è sottoposto ad un piacere, ad un’offesa o ad un dolore.(sesso M anni 12 ). 3) Adriana ci ha spiegato tante cose nuove e abbiamo imparato che con l’approccio sbagliato, la conversazione si può trasformare e che non bisogna disturbare una persona perché se lo fai ripetutamente l’altro può reagire e non sempre positivamente .(sesso M anni 13 ) Adriana ci ha detto una cosa che riteneva molto importante perché l’ha ripetuta più volte: “il cervello è plastico”. 4) Questo incontro mi ha istruito su quest’aspetto in cui, se devo essere sincero, ero un vero ignorante!!!(sesso M anni 12) 5) Adriana con la pasta di pane ha fatto un cervello e ci ha spiegato che secondo come ti senti e che emozioni provi il cervello cambia alcune strutture come se avesse dei canali “tipo” Venezia ,con tutte le sensazioni che cambiano.(sesso F anni12 ) L’insegnante mantiene tutta la sua funzione pedagogica e didattica quando riesce ad usare il relazionare nell’insegnamento e a tenere il cervello sociale in continuo “allenamento”.
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L’insegnante mantiene tutta la sua funzione pedagogica e didattica quando riesce ad usare il relazionare nell’insegnamento e a tenere il cervello sociale in continuo “allenamento”. |
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